domenica 9 settembre 2007

A proposito di Rugby

Parliamone. Ieri c'ero anch'io davanti alla tv (o meglio davanti al computer, grazie ai potenti mezzi dello streaming p2p) a vedere il preventivato tracollo del 15 azzurro contro gli All Blacks.
Mi è sempre piaciuto seguire il Rugby, forse perché ho capito molto presto che il mio futuro, e forse anche il mio successo, sarebbero stati dietro una scrivania, non certo su un campo sportivo, e quindi probabilmente mi diverte vedere trenta energumeni litigarsi una stupida palla su un campo fangoso mentre io me ne sto felicemente in poltrona a sorseggiare il caffè dopo pranzo e a godermi lo spettacolo.
Ma come sempre da parte mia il rispetto è grande, come è giusto che sia verso chiunque dedichi la propria vita ad appassionare altre persone: questo è quello che fanno tutti gli uomini di sport.
Il rispetto c'è, sincero, per tutti i rugbisti, persone che hanno scelto di fare qualcosa che io non farei mai, ed in particolare per quelli della nazionale italiana, onestamente ed orgogliosamente molto meno bravi degli altri, ma pure in grande crescita, anno dopo anno. Per questo Nuova Zelanda-Italia era un appuntamento da non perdere, per il prestigio degli avversari, per la circostanza, ovvero l'esordio in coppa del mondo, perché l'Italia alla fine della fiera due mete le ha segnate, ha infilato anche le due trasformazioni, ha portato a casa 14 punti, e quindi bravi ragazzi, complimenti sinceri, e poco male se gli All Blacks di punti ne hanno messi 76, di più davvero non si poteva fare. Anche perché le sfide che contano saranno con Portogallo, Romania e soprattutto Scozia. Perdere con la Nuova Zelanda davvero non sposta nulla, tanto si corre per il secondo posto.


Il vero problema, se di problema in fondo si tratta, è nel dopo partita. Perché come al solito qualche testata, cartacea o virtuale non fa differenza, oltre a proporre i giustissimi e meritati complimenti all'Italia del Rugby, ha puntualmente ritirato fuori dalla soffitta la consueta querelle a base di "questo sì che è vero sport, è un gioco è duro ma leale, perché i giocatori si rispettano e a palla ferma vige la correttezza più assoluta"; e poi, visto che il nostro difetto nazionale è quello di parlare sempre male di noi stessi, possibilmente sputando nel piatto in cui ci piace mangiare, ecco l'altrettanto consueta frecciata al mondo corrotto del calcio, dove ci si insulta, ci si fanno falli macroscopici, ci si danno testate, ci si sputa, e così via.
Il punto è questo. Non voglio essere frainteso: a me piace molto il Rugby.
E' uno sport avvincente e spettacolare, mai noioso, molto difficile e tecnico.
Ed è anche un po' bizzarro.
Richiede espressamente in squadra la presenza di persone visibilmente sovrappeso, in modo che possano fare massa durante le mischie.
Si gioca con una palla che non è una palla, bensì un ovale, senza alcun valido motivo se non quello di rendere la vita più difficile ai giocatori.
Si può giocare sia con le mani che con i piedi, ma di norma 14 giocatori su 15 hanno i piedi fucilati e sanno fare solo goffi rinvii di emergenza buttando la palla in fallo laterale; il quindicesimo invece se ne sta di solito ben lontano dalle mischie perché è l'unico capace di calciare quella palla incalciabile in mezzo ai pali, un'autentica magia.
Ed è vero che questo sport ha un'etica tutta sua, se hai la palla posso aggredirti ma se non ce l'hai non posso neanche sfiorarti. Verissimo. Però non è altrettanto vero che i giocatori di Rugby quest'etica la rispettino proprio sempre. Perché ieri, se non ve ne siete accorti, un neozelandese è stato ammonito per aver dato un pugno al nostro Lo Cicero. Un pugno, avete capito bene.
Ma nessuno si è scandalizzato, a quanto pare.
Sarà stato un caso? No. Perchè da qualche tempo a questa parte in ogni partita di Rugby che vedo succede qualcosa che non è affatto rugbish: un pugno, una rissa, una scazzottata. Oppure un'autentica lotta tra due giocatori, come durante Galles-Irlanda, incontro decisivo del Sei Nazioni 2005, quando l'arbitro dovette sospendere la partita per due minuti; e alla fine i due non furono nemmeno puniti, ma solo richiamati verbalmente.
Ovviamente niente di tutto ciò fece notizia.

Nonostante questo, a me il Rugby piace. Però adoro il calcio. Ieri sera c'ero anch'io davanti al computer (sempre grazie ai potenti mezzi dello streaming p2p) a vedermi Italia-Francia: c'ero perché non potevo non esserci, perché ho passato tutto il tempo, malgrado la partita fosse noiosissima, a rivivere con l'immaginazione quell'altra Italia-Francia, la partita più bella, quella che non mi scorderò mai, quella che racconterò ai miei figli, se ne avrò, finché non avranno vinto un Mondiale tutto loro.
Perché scusatemi tanto, ma io non riesco ad esaltarmi così tanto per la meta di Bergamasco come per l'incornata di Materazzi contro la Rep. Ceka, tanto per fare un esempio.
E se siete tra quelli che inneggiano al Rugby come allo sport leale per eccellenza e detestano il calcio sotto qualunque aspetto, vi suggerisco caldamente di fare qualcosa che probabilmente non avete fatto, cioè guardare una partita di Rugby. Però guardarla veramente.
Vi accorgerete che le regole sono diverse, ma sono sempre uomini quelli che giocano.
Uomini che ogni tanto perdono la pazienza, e magari danno un pugno all'avversario. E' sbagliatissimo, però succede. Nel calcio come nel Rugby.
E allora permettetemi una domanda: perché se un calciatore dà un pugno ad un avversario viene squalificato, giustamente, per almeno un mese, mentre un rugbista se la cava con una semplice ammonizione?
Forse è il rugby che dovrebbe imparare qualcosa dal calcio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ciao ho letto googolando il tuo blog,questo articolo in generale e devo dire che sono daccordo con te(tranne sul fatto che il rugby ha da imparare dal calcio).
io ho giocato ad entrambi gli sport,quindi ho vissuto da vicino tutto ciò che ruota a questi sport compresi luoghi comuni,momenti significativi,vittorie,sconfitte.
E su trequarti del tuo discorso sono daccordissimo,si parla con eccessivo buonismo del rugby(sopratutto chi non lo ha mai"guardato"e sopratutto chi non lo ha mai giocato.è molto più sporcodi quanto si pensi,pugni in mischia,trattenute irregolari,placcaggi al limite dell'incolumità,partenze anticipate,colpi bassi e chi + ne ha + ne metta.poi non è affatto semplice e immediato come lo può essere il calcio o il basket e non lo possono praticare tutti(a loro rischio e pericolo)perchè senza una preparazione fisica atletica medio buona gli infortuni fioccano segnando il fisico e la psiche.bello sport se praticato ad alti livelli,sennò pare una grande zuffa.E poi i terzi tempi tra avversari(persone intelligenti)avviene,seppur in modo diverso,ovunque.insomma senza dilungarmi ci vuole +obbiettività nel parlare di rugby.