mercoledì 29 agosto 2007

Valkomna till Varmland! ovvero italiani all'estero

Benvenuti a Karlstad, Italia.
E' davvero impossibile scordarsi di essere italiani in questa piccina e ridente cittadina del nord Europa. Angoli, strade, piazze, negozi, ristoranti, supermercati sono invasi da una stupefacente serie di parole italiane, e soprattutto, di prodotti italiani.
Gli svedesi hanno per la pasta Barilla un rispetto ed una devozione assolutamente paragonabile a quella di noi italiani, che pure abbiamo utilizzato le penne rigate per riprodurre ed esportare in tutto il mondo, e quindi anche qui, il nostro meraviglioso tricolore.


Non c'è da stupirsi poi tanto, quindi, se si viene a scoprire che il piatto tipico svedese non è altro che un'immane teglia di rigatoni scotti con alcuni agghiaccianti ingredienti aggiuntivi.

Allo stesso modo, pronunciare le semplici frasi "I come from Italy" e "I live in Rome" genera automaticamente rispetto, simpatia e benevolenza da parte dell'interlocutore, qualunque sia la sua nazionalità, e precipita immediatamente il nostro italiano all'estero in un vortice di luoghi comuni sull'Italia: tra i più gettonati, 20 minuti di racconto sulla settimana di vacanza a Roma due anni fa, con il ricordo del lancio della monetina nella Fontana di Trevi e le impressioni sul cupolone visto in notturna, e altri 15 minuti di richiesta di consigli sul modo migliore di cucinare la pasta, tempi di cottura, condimenti e trucchi del mestiere.
La variante tedesca, invece, prevede un brindisi rappacificatore nel nome di Fabio Grosso, ricordando che, in fondo, la Germania vinse in Italia nel 1990, dunque i conti sono pressappoco pari.

Attenzione però, perché il nostro povero italiano deve pur sempre fare i conti con la più ingombrante fama che lo possa riguardare all'estero, sempre in base ai luoghi comuni internazionali, anche quando egli si celi sotto le spoglie pacifiche e inoffensive del sottoscritto: quella di provolone a tempo pieno.
Qualunque azione o frase, compiuta o pronunciata nel nome della cordialità, dell'europeismo, dell'educazione, della gentilezza (tutti valori in cui il nostro italiano crede molto) viene quasi sistematicamente scambiata per un focoso tentativo di seduzione, sulla base del principio che il maschio latino è caliente e passionale anche quando chiede che ore sono.
Basta quindi offrire una birra ad una graziosa fiamminga (perché è davvero antiestetico stare lì ad attendere che la tipa trovi i soldi, spicciolo dopo spicciolo), per ritrovarsi la sera successiva assediato da una discreta moltitudine di olandesi interessate a sapere se sei proprio tu l'italiano che la sera prima stava "flirtando" con la tipa!

Che dire, ogni popolo ha le sue convenzioni sociali. Gli europei hanno una quantità incredibile di aspetti, atteggiamenti e abitudini comuni, ma ci sono alcune piccole, minuscole differenze che fanno la differenza (scusate il bisticcio di parole), e che, ad esempio, rendono l'italiano provolone anche se lui non crede di esserlo.
Ma se si parla di pasta, allora l'italiano torna in auge, perché nulla sembra in grado di unire gli europei meglio di un piatto di pasta.

Benvenuti a Karlstad, Europa.

venerdì 17 agosto 2007

Arrivederci Roma...

E alfine il momento è giunto.
Domani si parte per la fredda Scandinavia, ed il sottoscritto dovrà fare a meno di tutto ciò che finora c’è stato di fondamentale nella sua vita.


Niente più pokerate il Giovedì sera. Niente più Gazzetta fresca di stampa la mattina. Niente più cornetto e cappuccino. Niente più Chicken Fries al Burger King di Via Ostiense.

Niente più bombe al nocciolatte alle quattro del mattino alla Dolce Notte. Niente più partite a stecca all’Americaruso. Niente più cornetti al Marechiaro.
Niente più fila sull’Aurelia. Niente più tassisti in tripla fila a Baldo degli Ubaldi. Niente più casalinghe invasate in Smart sul Lungotevere. Niente più bradipi travestiti da pedoni rimbecilliti a Via della Conciliazione. Niente più parcheggi impossibili vicino all’università.
Niente più tangenziale. Niente più GRA!
Niente più infradito. Niente più camicie a fiori. Niente più discoteca in spiaggia. Niente più mezze stagioni. Niente più maniche di camicia arrotolate.
Niente più caffè! Niente più pastasciutta! Niente più cucina mediterranea!
Niente più Emilio Fede. Niente più Lucignolo. Niente più Bruno Pizzul (vabbè che sarebbe già in pensione...).

Niente più Calciopoli. Niente più Moggi. Niente più Juve in Serie B. Questo per tutti però.

Niente di tutto questo, almeno fino a Natale.
Ce la farò?

venerdì 3 agosto 2007

Domande bizzarre

Perché un portiere d’albergo di Capri è il segretario nazionale del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista?
Perché se una donna alle sette del pomeriggio ha già messo il pigiama non ci sarà mai verso di convincerla ad uscire la sera, neanche se la inviti ad un party esclusivo con Costantino e Flavio?
Perché, dopo che Fiorello ha lanciato Fiorellino, Giorgio Bocca avrebbe grosse difficoltà a lanciare suo fratello?
Il ciambellano era chiamato così per la graziosità del suo fondoschiena?
Perché la Lega Nord ha accettato di partecipare per un quinquennio al governo di una nazione che dichiarava di non riconoscere?
Perché le donne vanno sempre al bagno in coppia?
Perché esistono l’Ostiense, la Via del Mare e la Via dei Romagnoli? Non aveva più senso fare un’unica grande strada a carreggiate separate, anziché tre stradine a doppio senso che fanno lo stesso identico percorso affiancate?
Perché, mentre Paperino si fa beatamente la sua Paperina, Pippo è sempre di cattivo umore?
Perché il contrario di "accumulatori" non è "sparpagliavacche"?
Come mai esistono persone disposte a spiaccicarsi decine di uova in testa in uno show tv per cercare di vincere un’auto che potrebbero poi essere costretti a dover ammaccare pesantemente?
Perché se una donna ha le mestruazioni cerca di farlo sapere al maggior numero di uomini possibile? E’ forse un’atavica reminiscenza di primitiva fertilità che la spinge inconsapevolmente a farlo?
Perché i Verdi si battono strenuamente per la difesa di qualunque aiuola comunale a rischio e poi sono favorevoli all’aborto? Un’embrione non dovrebbe avere almeno gli stessi diritti di tutela di un’aiuola, visto che sono entrambi forme di vita?
Perché il contrario di "abbondantemente" non è "a Berlino Petrarca dice la verità"?
Perché la federacalcio olandese non concede mai alla Konami la licenza per riprodurre i nomi esatti dei giocatori della nazionale su Pro Evolution Soccer?
Ci pensate mai al fatto che un noto ex cocainomane dichiarato è uno dei personaggi dello spettacolo più amati ed ammirati, anche dal sottoscritto?
Perché i pedoni di Via della Conciliazione ogni santo giorno camminano felici e spensierati in mezzo alla strada e ogni volta che suono discretamente il clacson per passare mi guardano con disapprovazione come se avessi invaso un’area pedonale?
Perché tanti amici che potrebbero telefonarsi preferiscono scriversi su MSN?
Perché, se la mucca fa muu, il merlo non fa mee, il maiale non fa maa, il micio non fa mii e il montone non fa moo? E perché questo interrogativo è stato limitato finora al solo merlo e non è stato sollevato anche per questi altri animali?

mercoledì 1 agosto 2007

Vita da scapolo

Eccomi giunto alla mia terza settimana, credo, da scapolo.
La famiglia parte alla volta della graziosa magione marittima, ed il sottoscritto si ritrova improvvisamente padrone e signore della sua adorata dimora.
La vita da scapolo diventa quindi l'occasione di confrontarsi con se stessi, e soprattutto con una serie di questone casalinghe tipicamente ignorate nei restanti giorni dell'anno.
Il sottoscritto si districa in questa giungla di incombenze di varia natura con la sua proverbiale nonchalance, perfettamente in equilibrio tra la più scrupolosa attenzione e la più becera noncuranza, passando dall'uno all'altro stato ogni volta senza alcuna valida ragione apparente.

Tra le annose questioni che gli toccano ogni giorno rientrano sfamare i suoi due gatti, svuotare la vaschetta del deumidificatore, controllare posta e segreteria telefonica, mettere l'allarme perimetrale ogni volta che si allontana da casa per gozzovigliare, provvedere alla sua personale salute osservando l'adeguata igiene ed un'alimentazione sana ed equilibrata.
Purtroppo non tutti questi incarichi possono essere assolti con la dovuta tempestività.
Può succedere quindi che il deumidificatore resti fermo più del dovuto perché il sottoscritto si è dimenticato di svuotare la vaschetta (che è capiente, ben 14 litri, ma fidatevi del fatto che ci mette poco a riempirsi) e quando scende per farlo l'impressione è di aver profanato un'antica tomba etrusca, dato l'elevato tasso di umidità dell'aria. Può succedere anche che i gatti restino senza cibo persino per 24 lunghe ore, perché il sottoscritto aveva preventivato di tornare a casa prima ed invece poi si era trattenuto fuori fino a notte inoltrata; questo spiega perchè i due innocui micetti lo accolgano l'indomani con ruggiti violenti e gli saltino addosso come grizzly imbestialiti non appena esce con il piattino stracolmo di cibo, per farsi perdonare.

Tuttavia lui sa di aver trovato comunque un equilibrio, personale ma efficace, nel portare avanti questa esperienza casalinga. E piano piano anche i gatti ed il deumidificatore stanno cominciando a capirlo.
Egli osserva infatti alcune ferree regole di vita, che ha raccolto in un decalogo.

1) Se la scorta di mutande pulite finisce non si lavano quelle già usate, ma se ne comprano di nuove al mercatino di Acilia;
2) Ciascuna stoviglia usata per cucinare può restare indisturbata sul fornello anche per 7 giorni senza essere lavata;
3) Ogni possibile incrostazione presente su esse è per convenzione da ritenersi innocua, almeno finché non comincia ad emettere esalazioni pestilenziali o a vivere di vita propria;
4) Anziché dare da mangiare due volte al giorno ai gatti, la mattina ed il pomeriggio, è preferibile dare loro un'unica razione doppia verso ora di pranzo, così se la possono gestire come meglio credono;
5) Le camicie non vanno stirate. Fa molto più trendy indossarle tutte spiegazzate, appena prese dal cesto della biancheria;
6) Spazzare non ha senso. Tanto poi la polvere si riforma subito dopo;
7) Ogni spesa sensata riguarderà al 90% gelati, the freddo, succhi di frutta al gusto esotico e biscotti costosi;
8) Si sconsiglia vivamente l'acquisto di frutta, verdura, legumi e analoghi cibi non abbastanza artificiali;
9) Cucinare il minimo indispensabile, ma quando lo si fa tentare ricette nuove, come i rigatoni tonno e Mistrà;
10) Ogni serata è assolutamente adatta per organizzare pokerate con gli amici, anche alla texana.

Seguendo tali imprescindibili precetti, il nostro scapolo a tempo determinato si prepara con inflessibile rigore alle difficoltà della vita scandinava, che lo attendono al varco.