domenica 11 maggio 2008

+46 (Reloaded)

Niente di meglio del ponte tra 25 Aprile e 1 Maggio per fare una capatina su a Karlstad.
Un'ottima occasione per andare a trovare un po' di amici, sistemare un paio di faccende buroratiche rimaste in sospeso e riconciliarsi con una città con cui, a Dicembre, il nostro povero italiano all'estero si era lasciato di malumore.
Il viaggio, tranquillo ed un po' noioso, attraversa tre nazioni. Alzatosi di buon'ora, alle dieci il nostro decolla puntuale (non potrebbe essere altrimenti, visto che la compagnia è danese, gente che fa sul serio). Dopo tre ore si arriva ad Oslo, dove il nostro si ferma a pranzare.
Si sa, per un romano è impossibile sorseggiare un caffè senza scambiare due chiacchiere con il barista. Il povero norvegese, uomo schivo e riservato, sulle prime rimane stupito dalle domande a carattere metereologico che gli vengono rivolte. A poco a poco però si rilassa e si rivela essere una persona gentilissima e persino affabile (nei limiti in cui un norvegese può essere ritenuto affabile). Purtroppo tutta questa cordialità ha un prezzo: al ritorno in patria il povero italiano scoprirà controllando l'estratto conto di aver speso quasi 7 € per un espresso ed una fetta di torta in quel maledetto bar di Oslo.
Il viaggio prosegue con l'ultima parte, 4 estenuanti ore di pullman da Oslo a Karlstad. Passeggiare per la piccola città gli dà strane sensazioni. Diversi mesi sono passati dalla sua partenza e Karlstad ha mutato volto: il clima è squisito e le ore di luce sono tantissime, ancora di più che a Roma. Il nostro si installa al campus, ospite di una italofrancese al di sopra di ogni possibile sospetto.

La sera successiva c'è il compleanno di una basca, un'ottima occasione per salutare tutte le persone rimaste dal primo semestre. Per l'occasione il nostro cucina il suo cavallo di battagllia: mezzo chilo di fusilli tricolori con pesto, gamberetti e champignon, il piatto che lo aveva reso indegnamente celebre durante il primo semestre. Rimane sorpreso e commosso dall'affettuosissima accoglienza che gli viene tributata dai suoi amici spagnoli, i quali vengono ad abbracciarlo uno dopo l'altro in una sorta di "Carramba che sorpresa!" internazionale.
In un angolo, dimenticata da tutti, siede la povera fiamminga, ormai sola e malinconica senza le sue amiche olandesi, tutte tornate a casa a Natale. I due si scambiano un'occhiata interrogativa, ed alla fine lei si rassegna ad andarlo a salutare, simulando egregiamente con tanto di baci e sorrisi di essere contenta di vederlo. Dopo le chiacchiere di rito lei si abbandona a qualche confidenza, lasciando trasparire la sua amarezza per il fatto di non essere più la reginetta sexy delle folli notti svedesi. A quel punto inizia la cena e i due evitano accuratamente di rivolgersi la parola per il resto della serata. Sarà l'ultima volta in cui si vedranno.

Nel complesso la settimana scorre placida e tranquilla. Forse anche troppo tranquilla. Il nostro, si sa, non è amante degli eccessi, ma forse cinque barbecue in una settimana sono un po' troppi. Più che in Erasmus, l'impressione è di trovarsi ad un raduno internazionale di scout.
Alla fine giunge il momento di partire, e neanche stavolta al nostro italiano dispiace di tornare nella sua Roma. Di nuovo tempo di abbracci e scambi di mail, un po' di malinconia stavolta più definitiva di prima e qualche promessa fantasiosa di scambiarsi presto visite a Roma o in Spagna. Non succederà mai, ma è bello comunque invitarsi e dimostrare ospitalità.
Il nostro si rimette infine in viaggio, con la consapevolezza che questa è stata davvero l'ultima volta che ha messo piede a Karlstad. Stavolta però a dirgli addio non c'è una città buia e depressa, ma una città luminosa e serena. Lasciarsi così è molto più facile.