lunedì 18 febbraio 2008

Tutta un'altra musica

Da più di un anno a questa parte sono diventato uno dei più accaniti profeti di BitTorrent.
Ho sempre detestato eMule, per il semplice fatto che non sono mai riuscito a configurarlo, disorientato da quella miriade di porte, server, numeri e sigle che vanno definite non si sa bene come. Non sono mai riuscito a scaricare un solo byte, motivo per cui ho sempre cancellato il programma al massimo mezzora dopo averlo installato, in preda ad un furioso attacco omicida.
BitTorrent invece è il protocollo più user friendly che esista: basta scaricare un client, meglio ancora se quello ufficiale che permette una miriade di utilissime operazioni, lanciare uno di quei microscopici file dalla buffa estensione .torrent, incrociare le braccia e sedersi in ciabatte a godersi l'aumento percentuale del download minuto per minuto, visto che BitTorrent, tra i tanti suoi pregi, include anche una notevole rapidità. Tutto qua, non c'è nessun complicato settaggio da fare, non bisogna essere ingegneri informatici o geniali adolescenti socialmente emarginati: pensa a tutto lui.

L'unica piccola complicazione, rispetto ad eMule, riguarda la possibilità di rintracciare ciò che si vuole: non c'è nessun motore di ricerca interno al programma (o meglio c'è, ma limitato al solo esiguo database disponibile sul sito ufficiale), bisogna invece rintracciare su appositi portali online il file che stiamo cercando, operazione a volte non semplicissima ma che comunque finisce col dare alla fruizione un'ulteriore dimensione di sfida che probabilmente, a download ultimato, arricchisce la soddisfazione.
Anche perché questa sembra essere oggi come oggi la tendenza più solida in quanto a p2p, motivo per cui il web ormai trabocca letteralmente di file .torrent indicizzati in maniera sempre più precisa, cosicché diventa sempre più probabile riuscire a trovare ciò che si cerca.
Piace infine la connotazione fortemente democratica di questo sistema, visto che ciascuno agisce in pratica da server e da client simultaneamente, permettendo così di mantenere disponibile il file anche dopo che, una volta finito di scaricarlo, lo si rimuove dal programma.

Il risultato è che è possibile accedere rapidamente ad un vastissimo patrimonio musicale (ma non solo) con grande rapidità e soprattutto con la certezza che ciò che si scarica corrisponde effettivamente a ciò che si desidera, cosa che con eMule non è sempre scontata.
Ecco perché quando si parla di p2p mi permetto di sorridere in maniera fastidiosamente snob all'indirizzo del mio interlocutore dicendogli: "Non ci posso credere, usi ancora eMule? Ma fai come me, passa a Torrent!", con un tono da granduca annoiato dalla banalità, rimpiangendo poi con affettata nostalgia i bei tempi svedesi, quando si scaricava a 1 MB al secondo grazie alle micidiali infrastrutture scandinave.

Ma dove voglio andare a parare?
Sul fatto che se da un lato la smisurata disponibilità, rapidità (e gratuità) che ha assunto ormai la fruizione musicale costituisce una quasi miracolosa opportunità, dall'altro riduce e forse annulla del tutto quella piccola ritualità pagana che si celebrava ogni volta che si andava a comprare un compact disc.


Ricordo le attentissime pianificazioni economiche per riuscire a mettere da parte quelle due banconote da diecimila lire che significavano un nuovo cd nella collezione, le formidabili battaglie nella mia testa per stabilire quale disco dovesse avere la precedenza sugli altri nella classifica d'acquisto, i pomeriggi interi passati al mitico negozio di dischi SPQRecords studiando cosa c'era di nuovo, valutando i dischi in offerta (a volte molto più interessanti di quelli a prezzo pieno) entrando spesso con il dubbio tra due dischi diversi e finendo magari con l'acquistarne un terzo.
Ricordo il piacevole scartocciamento della confezione, la lettura del libretto facendo ben attenzione ad estrarlo e riporlo senza rovinarne le pagine, l'ascolto attento delle prime tracce, il riascolto della canzone più bella per 3 o 4 volte di fila, lo stupore dei miei amici quando raccontavo che in vita mia (cioè negli ultimi tre anni!) avevo acquistato almeno 70 od 80 dischi.

Ricordo quando decisi che avrei comprato tutta la discografia dei Police, al ritmo di un cd ogni due settimane, l'emozione quando sentii per la prima volta le note di "Walking On The Moon" uscire dallo stereo, la soddisfazione di avere finalmente tutti e sei i dischi nelle mie mani sognando di ritrovarmi un giorno a suonarla su un palco, quella musica geniale, senza immaginare che un giorno sarebbe successo davvero. Ricordo la malinconia quando trovai a Vienna l'introvabile cofanetto quadruplo a tiratura limitata "Message In A Box" ma non avevo abbastanza soldi per acquistarlo, e invece lo stupore quando incredibilmente pochi mesi dopo lo trovai placidamente esposto in un un negozietto al centro di Roma.

Credo che la discografia dei Police sia una delle poche cose che acquisterei anche oggi, se non altro come atto di profonda e dovuta gratitudine verso tre persone senza le quali non potrei fare una delle cose a cui tengo di più.
Ma tutto il resto è un fiume di bit che arriva direttamente nel mio capiente hard disk, appositamente acquistato, grazie a pochi sapienti click: la funzionalità è strepitosa, le possibilità vastissime, la soddisfazione garantita; manca però quella genuina ritualità di cui vi parlavo.
Se è vero che negli ultimi mesi ho potuto arricchire enormemente la mia cultura musicale confrontandomi con una miriade di generi ed artisti differenti, ci sono però tonnellate di brani che giacciono in un angolo del mio hard disk ancora inascoltati, semplicemente perché ne ho così tanti che non sono riuscito ad ascoltarli tutti. Niente di tragico, ma mi sembra comunque una mancanza di rispetto verso un qualcosa, la musica, che voglio continui sempre ad avere un posto speciale nella mia vita, anche se non sarà mai il mio lavoro.
Credo che questa stato di cose sia comunque complessivamente migliore rispetto al precedente perché apprezzo tantissimo il modo in cui la tecnologia può semplificare ed arricchire la nostra vita; però quando l'altro giorno ho fatto un salto da SPQRecords per dare un'occhiata come ai vecchi tempi e ho scoperto che ora al suo posto c'è una profumeria ci sono rimasto davvero male.

1 commento:

Anonimo ha detto...

stai leggendo il grande gatsby? non è che hai l'ebook in italiano?

se si mi faresti un gran favore inviandolo a

manueldalbo@hotmail.it

grazie