giovedì 15 novembre 2007

Questa pazza, pazza Danimarca...

Per uno strano scherzo del destino, malgrado il nostro italiano si trovi in Svezia da tre mesi, le vicende della sua ultima settimana sono legate a doppio filo alla Danimarca. Andiamo con ordine.


E' ormai tempo di ritorni, i primi. La settimana scorsa la truppa degli italiani si è ridotta da 4 a 3 unità, a causa del rientro nel Belpaese di una campobassana che aveva giustappunto finito la parte estera della sua tesi. La settimana attuale invece è l'ultima per l'unico croato della situazione, il quale pensa bene di invitare i tre italiani superstiti a trascorrere un commovente weekend d'addio in quel di Copenhagen. E così, pronti via, i quattro affittano una Fiesta e se ne partono bel belli alla volta del regno di Margherita II.
Il viaggio si articola in quattro tappe: Karlstad-Goteborg (guida l'altro italiano); pasto frugale; Goteborg-Helsingborg (guida il croato); Helsingborg-Helsingor, a bordo di un costosissimo traghetto. L'ultima tappa, Helsingor-Copenhagen in notturna, tocca giustappunto al nostro italiano, poiché a causa di una presunta discriminazione sessista verrà difatto impedito all'unica ragazza presente di guidare durante il viaggio di andata.

Dopo aver fatto infuriare come un caimano il danese che regola il traffico in uscita dal traghetto con una manovra errata ma in fondo innocua, il nostro si ritrova alle prese con una sensazione stranissima: quella di guidare, dopo più di un mese dall'ultima volta, una macchina che non conosce affatto, in un paese in cui non è mai stato prima, senza sapere nemmeno dove andare di preciso.
Eh già, perché a causa di un inspiegabile malinteso i quattro furbacchioni si sono in pratica dimenticati di prenotare un posto dove dormire. In mancanza di una meta precisa, si decide di tirare dritto per dritto fino a quando non si incontrerà un ufficio informazioni per turisti.
La strategia ovviamente è totalmente folle, e difatti non stupisce che i quattro vaghino assolutamente a caso per la città per almeno una mezzora buona, prima di trovare finalmente, e assolutamente fortuitamente, l'agognato ufficio turistico. Che è ovviamente chiuso, visto che dopo le sei del pomeriggio qualsiasi forma di attività in Scandinavia si paralizza improrogabilmente.
Le peregrinazioni riprendono finché grazie al cielo i quattro si imbattono in un maestoso (e costosissimo) ostello, che ha almeno il pregio di essere in pieno centro.
La serata prevede un tour gastronomico per fast food (Burger King e KFC, per la precisione) e una furtiva passeggiata per il centro, prima che il torpore sopraggiunga ed i quattro amici decidano unanimemente di buttarsi sotto le pezze.

L'indomani, alzatisi di buon'ora, li attende la colazione più costosa della loro vita: circa 7 €uro per un cappuccino ed un fagottino al cioccolato. A quanto pare esiste al mondo un paese al cui confronto anche la costosa Svezia sembra avere prezzi stracciati: si chiama Danimarca.
Il Sabato consiste, ovviamente, in una micidiale passeggiata per il centro della città, stupenda e zeppa di meraviglie architettoniche, con una doverosa visita al monumento più sopravvalutato d'Europa: la statua della Sirenetta.


Sarà che i nostri sono abituati ad essere circondati ogni giorno da un patrimonio artistico che non ha eguali al mondo, ma resta davvero difficile capire come mai il simbolo di una città bellissima e ricca di edifici magnifici sia una piccola statua di bronzo, neanche troppo raffinata, per di più collocata in una zona relativamente decentrata della città.
A pranzo i quattro optano per un ristorantino italiano affacciato sul graziosissimo porto della città, ma appena seduti e aperto il menù scoprono con orrore che i prezzi sono davvero troppo, troppo alti. Mettendo da parte ogni minimo residuo di educazione decidono semplicemente di fuggire, per fortuna non visti dal proprietario. Si rifugeranno in una tipica trattoria danese poco distante per un pranzo a base di pesce, comunque costosetto.

Il pomeriggio prevede la visita alla famigerata Christiania, il controverso quartiere hippy di Copenhagen. Volendo trovare un paragone, si potrebbe azzardare che grossomodo Christiania sta a Copenhagen come lo scalo San Lorenzo sta a Roma: si tratta cioè esattamente del tipico quartiere che il nostro italiano detesta spontaneamente con tutto il cuore.
Dopo una sosta tattica, che farà da spunto per due ore di pennichella a quattro di spade sul letto, i nostri eroi tornano in azione per una nuova passeggiata serale.
La cena è caratterizzata da una curiosa sensazione di deja-vu: adocchiato un invitante ristorante cinese, i nostri entrano, scelgono il tavolo migliore, aprono il menu, si accorgono che i prezzi sono ancora più alti di quelli del ristorante italiano e, senza fare una piega, si alzano e se ne vanno, sotto lo sguardo incredulo del personale. Due volte nello stesso giorno, incredibile ma vero.
La Domenica è caratterizzata da un paio di delusioni: dopo aver sfamato le papere del laghetto con del Toblerone (in mancanza d'altro...), i nostri provano prima a dedicarsi invano allo shopping nel caratteristico quartiere di Norrebro, dove ovviamente tutti i negozi sono chiusi, poi ad andare a vedere il celebre ponte di Malmo. Ma la strada non si trova, e alla fine spazientiti decidono di mettersi in marcia per tornare a Karlstad.
Al nostro italiano Copenhagen è proprio piaciuta, ed anzi ad occhio e croce si direbbe proprio che la Danimarca abbia qualcosa in più della Svezia, almeno esteticamente parlando.

Tornato alle ordinarie incombenze dopo la microvacanza, il nostro italiano è atteso dalla prima relazione per il nuovo corso che sta seguendo, "Sweden and Scandinavia in a European perspective". Si tratta di rispondere a tre quesiti riguardanti il rapporto tra i paesi del Nord Europa e l'Unione Europea.
La prima domanda è una riflessione personale sulla compatibilità tra UE ed il controverso Consiglio Nordico, consorzio internazionale attivo dal 1952 di cui fanno parte Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia ed Islanda. Non osava sperare di meglio: da europeista convinto quale è, si lancia in un accorato pamphlet di tre pagine incentrato sulla necessità che Norvegia ed Islanda entrino nell'Unione Europea.
La seconda domanda riguarda la presunta fine e possibili ipotesi per la sopravvivenza del Consiglio Nordico all'indomani, o forse ormai dopodomani, della fine della Guerra Fredda. Fattibile.
Ma è la terza domanda che ha dell'agghiacciante. E' richiesta una valutazione della politica estera nel biennio 2005/2006 indovinate di chi?
Della Danimarca. Ovvio.

Il nostro è perplesso. Non è ovviamente un esperto di politica internazionale, e malgrado abbia letto con attenzione ed interesse tutte le letture assegnate non ha molte idee in proposito. Ma gli sono rimaste solo un paio d'ore di tempo per terminare la relazione prima che inizi la lezione.
Così scatta l' "operazione creatività". Poiché sembra francamente impossibile applicare i modelli teorici studiati alla situazione da analizzare, si procede con il cercare di interpretare i fatti nella maniera più innovativa possibile, nella speranza di avvicinarsi a dire qualcosa di almeno parzialmente plausibile.
Così, partendo dallo spunto che la Danimarca è contemporanemante membro di ONU, NATO, Unione Europea e Consiglio Nordico (in pratica tutto ciò di cui può essere membro), tutte le azioni di politica estera danese vengono interpretate dal nostro italiano come un tentativo di mantenersi in equilibrio tra i ruoli molto diversi attesi dalla partecipazione a queste quattro associazioni che, com'è noto, hanno spesso interessi contrastanti.
In quest'ottica, il celebre incidente diplomatico con il mondo islamico avvenuto nel Settembre 2005 a causa della vignette offensive su Maometto sarebbe da interpretare come l'inevitabile prezzo che la Danimarca ha dovuto pagare per aver cercato di tenere il piede in 4 staffe contemporaneamente.
Tanto basta per arrivare a stiracchiare una paginetta di risposta.
E poi chissà, magari qualcosa di plausibile c'è davvero!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Robbb!! Insomma da quanto ho letto sembra che anche Copenaghen abbia il suo perchè!! Mi Ti immagino guidare per le lande ghiacciate in attesa di uno speranzoso incontro che si chiama InformationPoint....
Eh già... queste si che sono esperienze uniche.. tra le varie iniziali difficoltà che L' Erasmus comporta, ci sono troooooppi ricordi che porterai sempre con te!! A proposito di ricordi.. mi sono gia proiettata in avanti.. Quando torni?? Italy are waiting 4u!!
Intanto comincerai next week a riassaporare "l' aria di casa" con l' arrivo del ciclonico Imperiale che ti scombussolerà la tua innata, e ancor più conquistata, quiete.. ENJOY!!!
Kisses
p.s. Ma possibile che il tuo popolo votante preferisce veder scomparire il po'ro Emilio Fede piuttosto che quello zoo di BuonaDOmenicaIN?????? :-O

Anonimo ha detto...

errata corrige>> "Italy is waiting for you!" :-))