A me è bastato passarci all’incirca mezza giornata, sei anni fa, una veloce passeggiata sui 4 Km del tracciato ed un (costoso) caffè sul lungomare, per sentirmi indissolubilmente legato a quella pista. E a quella città. Perché in fondo sono proprio la stessa, identica cosa.
Tra l’altro si può dire che a Montecarlo è come se ci avessi preparato buona parte degli esami di maturità, visto che in quella torrida Estate del 2003 si era rivelato molto più interessante correre due o tre GP al giorno, grazie alla mitica XBox, piuttosto che studiare Demostene e Nietzsche, tanto per fare un esempio a caso.
Avevo del resto già deciso da tempo che la mia quarta casa sarebbe stata un attico a Montecarlo (dopo un appartamento a Trastevere, un quartierino sulle Ramblas ed una villetta strategica a Wellington o giù di lì, sapete com’è, per avere dodici mesi di caldo sfruttando i vantaggi dell’inversione climatica tra i due emisferi).
Il massimo! E tutto questo merito di un illustre ma ai più sconosciuto individuo.
Ecco, ieri, in occasione dell’annunciato tripudio McLaren, finalmente ho scoperto che questo tizio non solo si chiama Anthony Noghes, ma addirittura gli è stata intitolata l’ultima curva del tracciato, visto che tra le altre cose è stato anche l’inventore del non meno celebre Rally di Montecarlo.
Che uomo meraviglioso.
E pensare che da anni, ogni volta che percorro la mitica Cristoforo Colombo, penso a quanto sarebbe bello realizzare un circuito cittadino a Roma, niente di meno che all’EUR!
Ci pensate? Rettilineo di partenza sulla Colombo, direzione Roma, subito prima del maxisemaforo che segue l’innesto con la Pontina; si passa accanto alla scultura di Arnaldo Pomodoro, poi salitella verso il Palalottomatica; si scavalca il laghetto, accelerazione bruciante in direzione dell’Obelisco, poi staccatona all’altezza del Pigorini, ottima punto per tentare il sorpasso; un tratto misto vicino al Palazzo delle Esposizioni, poi rettilineo velocissimo che porta proprio sotto al Colosseo Quadrato; chicane da brividi all’altezza del Caffè Casini, poi un’altra maxiaccelerazione su Viale Europa e si riprende la Colombo con un curvone a destra; da lì salitona, si scavalcano di nuovo laghetto e Palalottomatica, poi un bel tornantino a 180 gradi e si ritorna al rettilineo di partenza.
Perché visto che tanto l’attico a Montecarlo con tutta probabilità non me lo potrò mai permettere, sarebbe bello almeno poter ricreare un pezzetto di Montecarlo nella mia splendida, adorata Roma.
Se lo conoscete, fate avere mie notizie a Mr. Ecclestone.
1 commento:
Abbiamo la stessa identica opinione riguardo la fruizione cinematografica!
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