lunedì 21 maggio 2007

Il nome dice tutto

Eccoci qua. Visto che una percentuale in costante aumento delle mie variegate conoscenze dispone di un proprio blog, ho deciso di aprirne uno anch'io, forse per la sotterranea ansia di restare fuori da un magma digitale che ha il singolare pregio di permettere di soddisfare, in un sol colpo, velleità tanto voyeuristiche quanto esibizionistiche. Un po' di sano conformismo del resto non ha mai fatto male a nessuno, no?
Ora, immagino che la curiosità non vi possa impedire di chiedervi: perché BassVertigo? Che significa?
Bella domanda. Ma se continuate a chiederlo a voi stessi indubbiamente non otterrete molto, perché l'unico che forse può saperne qualcosa non posso che essere io. Anche se non è poi così sicuro.

Partiamo da dove è giusto partire, ossia dall'inizio: Bass. Chi mi conosceva sa che dal lontano 2000 mi permetto, forse con malcelata presunzione, di suonare il basso elettrico. Chi non mi conosceva lo sa lo stesso, perché l'ho appena detto.
Non so dire perché mai abbia deciso di iniziare a suonarlo, ma in fondo in fondo lo so perfettamente: diavolo, cosa c'è di più fico del suono di uno slap bass? Non c'è assolo di chitarra, non c'è colpo di rullante, non c'è vocalizzo che possa reggere il confronto.

Un basso suonato in slap è groove al 100%, è esibizionismo, è delirio, è trionfo, è monopolio, perché nessun altro musicista può permettersi di schiaffeggiare così il suo strumento per tirare fuori un suono del genere, un suono che esalta, che fa scaldare il sangue, che lascia a bocca aperta chiunque veda un bassista suonare in questo modo. Perché solo un bassista lo può fare, nessun altro.
E questa è tutta la sua forza, perché un suono così si porta dentro tutta la rivincita, la riscossa di uno strumento nato per lavorare in seconda fila, nell'ombra, al servizio degli altri. Eppure così importante. Perché la gente non sa che forma abbia, a cosa serva, persino che suono tiri fuori, ma se manca non può non accorgersene. Perché senza basso è tutto vuoto.
Senza basso anche il miglior solo di chitarra non serve a niente, ed è inevitabile, è giusto che sia così. Perché è una nota di basso l'unica cosa che può dare senso a tutto. La nota, quella nota, che al momento giusto spalanca un universo di sogni al servizio di chiunque.
Ecco perché noi bassisti siamo così pochi. Perché chiunque può passare tutta una vita a scorazzare su e giù per una pentatonica, come ogni buon chitarrista che si rispetti, ma ben pochi avranno il coraggio di prendere un basso, di accettare di fare solo quella nota in quel momento e poi niente più, silenziosi sacerdoti dell'armonia.
Perché suonare il basso è innanzitutto un modo di essere, c'è poco da fare.

Andiamo avanti: Vertigo. Tante cose si chiamano così: un capolavoro di Hitchcock, un bel singolo degli U2, persino un'etichetta inglese di Rock Progressive.
Ma prima di tutto Vertigo è una parola latina che significa, è evidente, "vertigine".
Anche la vertigine è una mia affezionata compagna di vita: potrei affacciarmi in scioltezza da una balaustra sul tetto dell'Himalaya e guardare giù come se niente fosse, ma se mi chiedete di salire in piedi su uno sgabello alto 30 centimetri mi gira la testa.
Perché è il vuoto intorno che mi terrorizza, non l'altezza.
Eccola qui la vertigine: si fa viva quando meno te lo aspetti, quando non ci sono più appigli, non ci sono più appoggi, quando tutto e tutti se ne sono andati via, e rimane solo un insopportabile vuoto intorno. E allora bastano 30 centimetri per precipitare giù dal tetto del mondo, e sprofondare, sprofondare, senza mai arrivare...
Ma forse basta abbassare un po' lo sguardo per vedere che il pavimento è ancora lì, niente si è mosso, in fondo è stato tutto una suggestione, un'illusione, un equivoco.

Abbiamo quasi finito. Proviamo a mettere insieme le due cose adesso:
Bass + Vertigo = BassVertigo. Molto semplice.
La Vertigine che trascina verso il Basso.
Il suono del Basso, talmente bello che dà le Vertigini.

Vedete, non mi sono sbagliato: il nome dice tutto.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

A belloooo! Era ora che aprissi sto blog! Un saluto da londra

Ale

Mr Risata ha detto...

Evvai primo commento al blog di Otto!
Nulla da aggiungere se non il rinnovare i miei più sentiti complimenti per la tua prosa tagliente e sicura....
Grande Otto appena esco da sto mare di cose ci si prende una birra tutti insieme...
Ciao Andrea G.

Mada ha detto...

Bene bene..La classe non è acqua..
Grande Otto, mi associo ai complimenti del Gentili sulla prosa..e sulle accurate descrizioni.
Continua così.
Sara

Anonimo ha detto...

Ciao Rob!
Chi sono non te lo dico!
Intanto buona fortuna per il tuo blog e x l'erasmus!
ciao!!
Trinity