mercoledì 10 ottobre 2007

Non sparate sul DJ!

Approfittando del blitz a Roma, il nostro italiano si è riportato su in Svezia un bel po' di cose assolutamente indispensabili per la propria sopravvivenza: ad esempio strumentazione tecnicoscientifica di altà qualità, come la PlayStation Portable oppure i due joystick indispensabili per dare vita alla Coppa del Mondo di Pro Evolution Soccer 6, e ancora nostalgici lasciti della patria di nuovo abbandonata, ovvero lo storico bandierone tricolore acquistato all'indomani di Italia-Bulgaria, vittoriosa semifinale di Usa '94, che oggi, dopo essere stato protagonista del trionfo mondiale della scorsa Estate, campeggia orgogliosamente sulla parete della sua cameretta svedese, un po' sdrucito e smandrappato dal passare del tempo e dai gioiosi sventolamenti di ben 13 anni.
In mezzo ai libri, alle magliette da calcio, ai maglioni, alle sue adorate polo, ai 750g di caffè hanno trovato posto anche due curiosi oggetti, archiviati sotto la ben nota categoria "Non si sa mai, potrebbe sempre servire!": una scheda audio esterna ed un paio di bretelle. Due oggetti assolutamente indispensabili per chi va a studiare 4 mesi all'estero, tra l'altro.

Eppure, egli non avrebbe mai creduto che, incredibilmente, sarebbero tornati assai utili addirittura il primo Venerdì successivo al suo ritorno. Eh già, perché il Venerdì in questione scatta niente di meno che l' "Eighties Party", ennesimo scatenato festone a tema dedicato ai nostalgici anni '80: ovviamente, abbigliamento e musica dovranno essere adeguati alla circostanza.
Come sempre egli si presenta in splendida forma, con il suo inseparabile cappellino grigio e appunto le famose bretelle (un orribile regalo di una cara amica di sua madre, risalente a quando aveva circa dieci anni, indossato quella sera per la prima volta in vita sua) che, a detta di molti, gli danno un tocco irresistibilmente eighties. Non pago, si mette a chiacchierare con il DJ brasiliano della serata il quale lo invita a mettere la musica insieme a lui, visto che il nostro, tra le tante cose, si trastulla da almeno quattro anni con ogni possibile tipo di software musicale. Così egli se ne va bel bello a prendere il suo notebook (che è zeppo, fra le tante cose, anche di classici anni '80) e la sua scheda audio esterna, che di lì a poco si rivela indispensabile per connettere entrambi i computer all'impianto stereo.


Il nuovo inatteso ruolo di DJ precipita il nostro italiano in un inaspettato vortice di popolarità; per tutta la serata vienne assillato da una moltitudine di persone ubriache intente a porgli le richieste più strane: b-sides dei Clash, la colonna sonora di Grease, improbabili gruppi hip-hop tedeschi, addirittura computer music in stile Kraftwerk; il tutto, sempre e solo anni '80. Ovviamente ciascuno di loro rimane molto deluso dai desolati rifiuti che riceve. Ma lui rimane lì, incurante di tutto, a fare il suo lavoro.
Anche le ragazze ora lo guardano in maniera diversa. La frigida finlandese, ad esempio, lo ricompensa con un appassionato bacio sulla guancia per aver messo "Material Girl" di Madonna, da lei tanto richiesta. Inoltre, la famosa fiamminga conosciuta nei primi giorni, che dopo la galeotta birra offertale si era sempre tenuta un po' a distanza, lo avvicina entusiasta per chiedergli il numero ed invitarlo a fare il DJ ai nuovi esclusivi party in programmazione. Addirittura egli riesce nell'impresa di invitare a cena un'affascinante bavarese, che di lì a poco scoprirà essere nella short list delle donne più desiderate di tutto il campus.
Dopo aver rischiato il linciaggio per aver messo prima i Bee Gees, attribuiti dai puristi ai soli anni '70, e successivamente Bob Sinclair, snobbato dai più integralisti al grido di "Only music from the eighties, please!", il nostro fa ritorno felicemente sotto le pezze, stanco ma assai soddisfatto.

Alzatosi con comodo, il giorno dopo viene subito invitato dai suoi amici spagnoli ad una partita a pallone. Appena giunti, si contano e con stupore scoprono di essere appena in 4. Si decide così di coinvolgere nella partita anche alcuni simpaticissimi ragazzini di origine iraniana incontrati al campo. Scartata la suggestiva ipotesi di una sfida Spagna-Iran under 10, attraente ma indubbiamente alquanto iniqua, si decide di giocare a ranghi misti. Ma la sfida non decolla: dopo che il nostro italiano porta in vantaggio la sua squadra con un impossibile diagonale a porta sguarnita, l'infortunio di un norvegese viene preso a pretesto per sospendere la partita. Gli iraniani si disperdono delusi ed i tre superstiti si ritrovano malinconicamente a tirare calci di rigore.

Tornato a casa amareggiato, egli si getta subito nella preparazione della cena. Con un'agghiacciante puntualità la stupenda bavarese si presenta alle 19.00 e 2 secondi, spaccando il millesimo di secondo e cogliendolo alquanto di sorpresa. La cena si rivela alla fine alquanto frugale, poiché nessuno dei due sembra avere molta fame: il menu comprende rigatoni con pesto e gamberetti, piatto forte del nostro sedicente chef, insalata verde gentilmente offerta dalla bavarese per ricambiare l'ospitalità ed un corroborante espresso Danesi (ormai mi sono disabituato a chiamarlo caffè!). Dopo le consuete banali chiacchiere, la meravigliosa teutonica si volatilizza con la consueta rapidità spiegando che aveva già preso altri impegni, lasciando il nostro povero italiano con numerosi interrogativi riguardo all'enigmaticità dei suoi comportamenti.
Ma in men che non si dica piove su di lui da parte del brasiliano un altro invito per una scatenata festa. Festa che in verità si rivela alquanto squallida se confrontata con la precedente, visto che di fatto quasi nessuno balla, ma ci si limita solo ad ascoltare. Se non altro, l'assenza di vincoli tematici lascia libero il ritrovato DJ di propinare al pubblico ciò che preferisce, e così stavolta Bob Sinclair viene accolto con piacere.

Terminata la serata, il nostro italiano all'estero si ritrova con alcuni amici per una rilassante spaghettata notturna (come sempre, il compito di cucinare viene per qualche strano motivo assegnato agli italiani...). Il clima conviviale viene interrotto dalle gioiose urla di alcuni svedesi, stranamente ubriachi, fermamente intenzionati a gettare da un balcone del primo piano il loro televisore irreparabilmente scassato. Ne segue una gustosa litigata, tutta in svedese, tra i favorevoli ed i contrari al lancio; la spuntano questi ultimi, dopo aver minacciato di chiamare la polizia. Il lancio viene annullato, ma le polemiche non si fermano: rispunta anche la bavarese che, assai delusa per aver dovuto rinunciare ad assistere al lancio, per farsi consolare si rifugia tra le braccia di uno dei lanciatori, che effettivamente si rivelerà essere il suo tipo.
Tutto questo confonde ancor di più le idee del nostro povero italiano. E' possibile stare con una persona ed accettare l'invito a cena di un'altra? Un invito a cena non dovrebbe essere di solito un segnale abbastanza esplicito? Possibile che sia più compromettente offrire una birra ad una belga piuttosto che offrire una cena ad una tedesca? O forse ogni paese ha differenti convenzioni sociali e schemi comportamentali?
Di una cosa è sicuro. Ha odiato la bavarese con tutto il cuore per averlo costretto a cenare alle 7 di sera.

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