Come faccio a non avere alcun rimpianto per l'Estate più bella della mia vita?
E poi appena due giorni dopo mi attendeva la soddisfazione più bella, dopo aver fatto carte false (e non solo metaforicamente...) per poter discutere la tesi a Luglio anziché a Dicembre. E poi la festa più bella, quella con tutte ma proprio tutte le persone a cui volevo bene.
E poi? E poi, su una delle isole più belle che esistano, l'incontro che non mi sarei mai aspettato.
A volte basta uscire di casa per incontrare una persona speciale; altre volte, come nel mio caso, è necessario prendere un aereo e poi avere un po' di fortuna.
Un Settembre particolarmente generoso, che mi aveva fatto (ri)trovare il lavoro in quella casa editrice che mi era tanto piaciuto, oltre ad un generoso stipendio; indispensabile, visto che di lì a poco sarei diventato cliente abituale della peggior compagnia aerea che esista in Italia.
Ci sono persone che viaggiano per lavoro, altre per studio. Io viaggiavo per amore. Per giunta con una compagnia scalcinata.

Per prima cosa ho scelto di finire con il lavoro: studiavo poco e lavoravo male. E poi che senso ha chiudersi in un ufficio a 22 anni se c'è tutta la vita per lavorare?
Poi ho raccolto quella sfida che da due anni almeno giaceva in un angolo: il viaggio di studio in Svezia, che comincerà tra ormai meno di un mese.
Poi quasi per caso mi sono ritrovato ad essere il Direttore Marketing di un mensile: di nuovo nell'editoria, ma stavolta con un progetto mio, anche se piccino piccino.
Due settimane fa ho deciso di rinunciare definitivamente alla persona più bella, generosa, affettuosa che c'era nella mia vita. E non solo a lei. Ci ho pensato a lungo, prima di prendere la decisione.
Ma poi l'ho presa. E' stato un gesto crudele, forse, ma sincero. Perché spesso l'affetto quotidiano diventa scontato e l'animo umano finisce con l'essere attratto da qualcosa di nuovo.
Altre volte, invece, come nel mio caso, un affetto lontano, per quanto puro, soccombe alla gentile cordialità quotidiana.
E allora forse la colpa di quanto è accaduto non è solo mia, ma anche di Marc Chagall, Arnaldo Pomodoro e Giuliano Palma. Ognuno di loro ha una parte di responsabilità.
Eppure, nella mia infinita presunzione, continuo a essere convinto che la fiducia verso di esso non può che essere ben riposta.
A volte diamo per scontato ciò che fa parte della nostra vita quotidiana, senza pensare che forse se venisse a mancare soffriremmo la sua assenza.
Ecco che, allora, la partenza per la Svezia è l'occasione ideale in questo momento.
I punti interrogativi stanno cominciando a bussare nel mio cervello, e piuttosto che affrontarli ora preferisco fare un passo indietro con la segreta consapevolezza che un aereo probabilmente rappresenterà di nuovo l'inizio della soluzione.